Sono brutto… Ma resto sempre un gran fico… d’india!

E’ ufficiale, il fico d’india di San Cono o, come anche conosciuto, ficodi Barberia (Sicilia) è stato riconosciuto come prodotto a Denominazione di origine protetta. La Commissione Europea ha, infatti, approvato pienamente la richiesta avanzata dall’Italia di iscrivere il ficodindia siciliano tra i prodotto DOP. Salgono così a 249 le Dop e Igp italiane riconosciute dall’Ue.

Il fico D’India è una pianta originaria del Messico. Da qui si diffuse in tutto il Mesoamerica e quindi a Cuba, e in tutte le isole dei Caraibi. Fu qui che i primi esploratori europei della spedizione di Cristoforo Colombo la scoprirono e la introdussero in Europa. A poco a poco si è diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo dove si è naturalizzata al punto di divenire un elemento caratteristico del paesaggio.

Non sarà una pianta apprezzata per il suo aspetto “spinoso”, ma ha sicuramente un gusto inimitabile e fa bene alla salute.

Il fiore, il frutto e il cladodio del ficodindia, infatti, possono aiutare a prevenire patologie dannose per la salute. Il fiore è famoso per i suoi effetti diuretici, il frutto è ricco di magnesio, potassio e ferro ed infine il cladodio contiene polisaccaridi utilizzati come cicatrizzante per le ferite cutanee e le ulcere.

Come scriveva Elio Vittorini, nella sua opera letteraria “Conversazioni di Sicilia”, “… erano di pietra celeste, tutti fichidindia, e quando si incontrava anima viva era un ragazzo che andava o tornava, lungo la linea, per cogliere i frutti coronati di spine che crescevano, corallo, sulla pietra