
Dopo un infarto, si sa, una delle cose che può favorire la ripresa oltre al riposo è sicuramente un’alimentazione sana.
Di recente, gli scienziati della Harvard School of Public Health (di Boston, Massachusetts) hanno esaminato 4000 volontari (2.258 donne e 1.840 uomini) tutti sopravvissuti ad un infarto e li hanno divisi in due gruppi, il primo dei quali seguiva una dieta più equilibrata rispetto a quella che aveva prima dell’infarto (meno carne, più frutta e verdura). I partecipanti del secondo gruppo invece dovevano mantenere l’alimentazione che avevano prima dell’infarto.
Durante l’esperimento si sono verificate circa un migliaio di morti che sono servite agli studiosi per valutare se e in che misura ci fosse un legame tra l’alimentazione e la salute dei partecipanti.
Alla fine dell’esperimento i dati hanno evidenziato ottimi risultati per quelli che avevano seguito la dieta sana. Mangiare sano infatti, riduce del 30% il rischio di morte in generale e del 40% il rischio di morte per patologie cardiovascolari.
Secondo il dottor Frid (che ha condotto l’esperimento) l’alimentazione sana ha sul corpo gli stessi effetti dei farmaci specifici, rendendo l’intero organismo più efficiente. Più in generale, il capo-ricercatore spinge gli infartuati ad un cambio radicale di stile di vita: oltre alla dieta corretta, attività fisica moderata e controlli medici regolari.
In sostanza, anche se siamo continuamente bombardati da pubblicità di golosità mai viste e nella nostra alimentazione il “junk food” la fa da padrone mangiando in maniera corretta tuteleremo non solo il nostro corpo ma anche i nostri progetti futuri.