
La busta paga, si sa, è un documento che i lavoratori ricevono alla fine del mese insieme allo stipendio.
Purtroppo, leggere un busta paga non è per niente facile… Le voci riportate sono quasi del tutto sconosciute al lavoratore che, pur avendo il documento in mano, rinuncia completamente a studiarlo, consapevole che, anche se ci mettesse una buona dose di impegno, non ci capirebbe proprio nulla!
La prima cosa che possiamo fare è quella di dividere ogni busta paga in due sezioni: la parte superiore che è quella fissa e la parte inferiore che è la parte variabile e che riguarda la retribuzione.
La retribuzione del lavoratore viene definita in busta paga in tre modi:
– la retribuzione proveniente dal lavoro svolto dal dipendente;
– la retribuzione proveniente da voci quali: tredicesima, quattordicesima, festività, ferie, permessi;
– la retribuzione accantonata da lavoratore e datore di lavoro che verrà corrisposta alla fine del rapporto lavorativo il cosiddetto TFR (trattamento di fine rapporto).
C’è poi un’altra distinzione che possiamo fare quella tra retribuzioni fisse e retribuzioni variabili.
Le retribuzioni fisse sono costituite da:
– la paga per il lavoro effettuato (paga base);
– gli scatti di anzianità che portano ad un aumento della retribuzione nel corso del tempo;
– i premi o incentivi.
Le retribuzioni variabili, invece, sono quelle che troviamo solo occasionalmente in busta paga e sono:
– gli straordinari;
– le varie indennità;
– gli assegni per il nucleo familiare e per i figli a carico.
Infine, ultime due voci della busta paga sono le trattenute e le detrazioni le prime, vengono pagate sia dal datore di lavoro che dal dipendente e vanno a costituire quei contributi da versare all’INPS calcolati in base alla paga che il lavoratore percepisce.
Le altre detrazioni sono rappresentate dalle trattenute fiscali IRPEF (calcolate in base alla retribuzione imponibile netta).