Coldiretti e Forconi in sciopero: un disagio che non conosce Natale

Il Natale è alle porte, ma come sarà questo Natale? Cosa ci porterà? A quanto pare anche quest’anno, in base alle stime fatte dai vari specialisti del settore, il Natale sarà povero; la tredicesima, per chi la riceverà, servirà per pagare le tante tasse che ci attanagliano.

E che dire degli scioperi che sono cominciati e che si protrarranno fino alla settimana prossima? L’Italia si ribella e scende in piazza; giovani, studenti e precari uniti per difendere il proprio paese dallo straniero, per difendere la propria autonomia e libertà.

Ieri hanno cominciato quelli della Coldiretti, bloccando il valico italo-austriaco del Brennero, per controllare i prodotti che arrivano dall’estero ed una volta raggiunto il nostro “belpaese” acquistano il marchio made in Italy. Prosciutto, grano, formaggio e carne provenienti dall’est Europa, pomodori e ortaggi provenienti dall’est asiatico, dove i controlli sono minimi o addirittura nulli, raggiungeranno le nostre tavole.

Le nostre tradizioni millenarie, i nostri marchi, le nostre specialità ormai di italiano hanno ben poco. E che dire del movimento dei Forconi che intende bloccare l’economia siciliana il 09 dicembre?

La nostra economia che deve tutto all’agricoltura lunedì subirà uno stop che non si sa per quanto tempo si protrarrà; la Sicilia è già in ginocchio ed il blocco delle nostre merci non farà che alimentare l’entrata dei prodotti stranieri.

Due manifestazioni atte a salvaguardare i nostri prodotti, ma espletate in due modi differenti; da un lato il controllo dei prodotti che entrano nel nostro paese e dall’altro il blocco delle nostre primizie. Quale delle due è efficace? Quale delle due darà dei risvolti concreti? Non ci resta che dire: “Ai posteri l’ardua sentenza.”

Articolo scritto da

Mi chiamo Giovanna Meffi, sono nata in provincia di Salerno, ma vivo a Scoglitti in provincia di Ragusa. Dopo aver frequentato l’università di Napoli ed essermi laureata in Lingue e culture straniere ho deciso di ritornare laddove penso sia il mio posto. Sarei potuta andare ovunque o rimanere a Napoli ma sono del parere che dobbiamo utilizzare le nostre competenze per il nostro paese, anche se è difficile, soprattutto in questo periodo perciò sono rimasta per non impoverire la mia patria. Ho fatto vari lavori, alcuni attinenti ai miei studi, altri meno, ma sono sempre alla ricerca del mio lavoro ideale.