
La Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità della norma della legge 40 che vieta il ricorso a un donatore esterno di ovuli o spermatozoi nei casi di infertilità assoluta.
Una pronuncia in tal senso era attesa da tante coppie che, a causa di una infertilità assoluta, potevano sperare solo nella donazione esterna di ovuli o spermatozoi per avere un bambino.
Per queste persone, la cancellazione del divieto di fecondazione eterologa significa vedere riconosciuto il diritto a essere genitori.
Le ordinanze dei tre tribunali che circa un anno fa avevano sollevato dubbi di costituzionalità pongono l’accento proprio su quest’aspetto e lo sviluppano prospettando la violazione di numerosi articoli della Costituzione: dall’articolo 2 sui diritti inviolabili dell’uomo all’articolo 3 sul principio di uguaglianza; dal 29 sulle tutele alla famiglia al 31 sulla tutela della maternità; dal 32 sul diritto alla salute al 117 sui vincoli rispetto all’ordinamento comunitario.
Da oggi quindi la prospettiva futura cambia: sarà possibile ricorrere al materiale genetico di un terzo donatore se uno dei due partner è sterile.