
Quello che emerge dal report stilato da Save the Children in occasione del G20 è che la ricchezza di un paese – cioè un Pil elevato – non garantisce il benessere dei bambini.
Usa, Cina e Giappone (le nazioni con il più alto prodotto interno lordo fra le nazioni G20 ) infatti, si piazzano rispettivamente al 9°, 11° e 14° posto della classifica sul benessere infantile. All’ultimo posto l’India. L’Italia si colloca all’ 8° posto.
Il rapporto ha voluto verificare il livello di benessere dei bambini delle nazioni appartenenti al G20 e, per far ciò, ha preso in esame 8 ambiti: salute, educazione, parità di genere, reddito, sicurezza, lavoro, infrastrutture ed ambiente per un totale di 18 indicatori.
Dall’analisi di tali parametri risulta che la Germania è la nazione che assicura il maggior benessere a bambini e adolescenti, grazie alle migliori performance relative alla parità di genere, educazione, lavoro e infrastrutture. Seguono Francia e Australia.
L’Italia si colloca quindi in una posizione medio-alta, con alcune punte però molto negative: se infatti sono buoni gli indicatori relativi alla parità di genere, mortalità infantile ed emissione di CO2, si scende invece sotto la media G20 per qualità dell’istruzione e in fondo alla classifica per l’occupazione giovanile.
Buoni anche i dati relativi all’ambiente grazie alla disponibilità di aree protette e ai livelli – nella norma dei paesi G20 – di inquinamento ed emissioni di CO2. Per quanto riguarda la salute i bambini e gli adolescenti italiani vedono garantiti buoni livelli di salute, anche se la diffusione dell’obesità infantile fra i bambini fa scendere l’Italia sotto la media G20
“Il posizionamento dell’Italia ci conforta a prima vista ma non deve farci dormire tranquilli perché il benessere delle nostre giovani generazioni è gravemente minato dalla disoccupazione che coinvolge sempre più ragazzi e da una crescente povertà educativa che li espone, una volta adulti, al rischio di finire ai margini della società e del mercato del lavoro”, commenta Raffaela Milano, la ricercatrice sociale che attualmente dirige i programmi Italia Europa di Save the Children